A larga maggioranza (544 voti favorevoli, 18 contrari e 17 astenuti) il Parlamento europeo ha approvato a metà maggio la proposta di una nuova direttiva che ha l’obiettivo di aiutare i consumatori a fare scelte rispettose dell’ambiente e incoraggiare le aziende a offrire loro prodotti più durevoli e sostenibili.
Vietare annunci ingannevoli e affermazioni ambientali generiche. Il mandato negoziale approvato (cioè il via libera ai negoziati tra il Parlamento europeo e gli Stati membri sul contenuto finale e sulla formulazione della direttiva) prevede il divieto dell’uso di dichiarazioni ambientali generali come “ecologico”, “naturale”, “biodegradabile”, “climaticamente neutro” o “eco” se queste non sono accompagnate da prove dettagliate. Sono invece escluse le indicazioni come l’Ecolabel già coperte dalle norme Ue o il logo degli alimenti biologici.
La nuova direttiva mira, inoltre, a vietare le dichiarazioni ambientali basate esclusivamente su schemi di compensazione del carbonio. Altre pratiche fuorvianti come fare affermazioni sull’intero prodotto se l’affermazione è vera solo per una parte di esso o dire che un prodotto durerà un certo periodo di tempo o può essere utilizzato a un certo livello di intensità se ciò non è vero, sarà anch’esso vietato.
Su questo tema c’è da segnalare anche uno studio della Commissione europea del 2020 nel quale si segnalava che il 53,3% delle dichiarazioni esaminate erano vaghe, fuorvianti o infondate e che il 40% era del tutto infondato. Era stato inoltre dimostrato che anche l’enorme varietà di marchi di qualità ecologica (ne sono stati identificati circa 230) intacca di per sé la fiducia dei consumatori, date le notevoli differenze tra i marchi in termini di solidità e affidabilità, portando a un diffuso scetticismo.
Lotta contro l’obsolescenza precoce. Per far durare più a lungo i prodotti, il Parlamento europeo vuole vietare l’introduzione di caratteristiche di design che limitano la vita di un prodotto o portano a malfunzionamenti prematuri delle merci. Inoltre, i produttori non dovrebbero essere autorizzati a limitare la funzionalità di un prodotto quando viene utilizzato con materiali di consumo, parti di ricambio o accessori (ad esempio caricabatterie o cartucce d’inchiostro) prodotti da altre società.
Per aiutare le persone a scegliere beni più durevoli e riparabili, gli acquirenti dovrebbero essere informati di eventuali restrizioni di riparazione prima di effettuare un acquisto. Inoltre, i deputati europei propongono una nuova etichetta di garanzia che indichi non solo la durata, ma anche la durata di eventuali estensioni di garanzia offerte dai produttori. Ciò contribuirebbe a evidenziare i prodotti di qualità e motivare le aziende a concentrarsi maggiormente sulla durabilità.
“L’industria non trarrà più profitto dalla produzione di beni di consumo che si rompono proprio al termine del periodo di garanzia”, ha dichiarato la relatrice della direttiva, Biljana Borzan. “I consumatori dovranno ricevere informazioni chiare sulle opzioni e sui costi delle riparazioni. Le etichette dei prodotti informeranno i cittadini quali beni sono garantiti per durare più a lungo e i produttori i cui beni sono più durevoli ne trarranno vantaggio. La giungla”, ha concluso, “delle false affermazioni ambientali finirà poiché saranno consentite solo affermazioni ecologiche certificate e comprovate”.
Passi futuri. Ora la parola passa ai negoziati, come ricordato sopra, tra il Parlamento europeo e gli Stati membri sul contenuto finale e sulla formulazione della direttiva.